“A far del male oggi non sono i matti, ma i sani di mente. Li ho conosciuti quando stavo in manicomio, i matti, son simpatici, non come i dementi che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita…”

Sono le parole cristalline della poeta Alda Merini, sullo sfondo un variopinto murales che la ritrae, ad aprire Amleto è mio fratello, il film di Francesco Giuffré in uscita oggi nelle sale.

Poi qualcuno esce di soppiatto da una stanza buia, parla sottovoce: una porta si apre, ha inizio l’avventura.
Un camera-car ci fa scivolare a ritmo di musica nelle strade di Roma, alle prime luci dell’alba: siamo a bordo di uno storico furgoncino vintage, ma soprattutto dotato di un equipaggio formidabile.

È questa la scelta narrativa del regista: scoprire subito le carte agli occhi e al cuore dello spettatore, nel vero senso della parola: in overlay, con l’aiuto della grafica, come fossero titoli di testa, appaiono infatti le mini-carte d’identità dei protagonisti del film. Non certo attori famosi, ma volti già noti a chi segue gli spettacoli messi in scena dal 'Teatro Patologico' (qui ribattezzato 'Teatro dell'Altrove'), il luogo magico fondato da Dario D'Ambrosi in cui le persone con disabilità mentali esprimono se stesse, all’insegna dell’inclusione e guarigione. Quello stesso teatro in cui Francesco Giuffré - figlio d’arte - da regista e docente di discipline teatrali è impegnato quotidianamente da anni: oggi, con questo film, decide di portare questa magia anche sul grande schermo. Il risultato è un'opera potente e commovente, probabilmente impossibile da raggiungere con soli attori 'normodotati'.

“Amleto è mio fratello nasce dall’idea di raccontare un argomento molto spesso relegato in un angolo, scomodo e a volte disturbante, il disagio psichico” - spiega il regista. “Il film non vuole insegnare o dare giudizi, ma solo raccontare il mondo e i sogni di quattro ragazzi speciali, cercando di smontare i preconcetti sulla malattia mentale. Un progetto dove l’inclusione e il rispetto per la diversità rappresentano il motore trainante, perché sono profondamente convinto che il cambiamento di una società deve iniziare proprio con l’accettazione di ciò che è lontano da noi, e questo film vuole essere un piccolo ma significativo passo in quella direzione”.

Prodotto da Marco Gaudenzi e Pierpaolo Marcelli per Flat Parioli e TNM Produzioni, Amleto è mio fratello esce oggi, 31 agosto al cinema, all’ombra dei kolossal e dell’attesa dei film presentati a Venezia.

Paolo Vaselli, Andrea De Dominicis, Carlo Di Bartolomeo e Paolo Giliberti sono i protagonisti, affiancati da Claudia Gerini, Tonia De Micco e Ilaria Loriga e le partecipazioni straordinarie e amichevoli di Francesco Paolantoni (il farmacista), Vincenzo Salemme (il direttore del teatro a Napoli), Margherita Buy (la suora) e Nino Frassica (l'ex attore caduto in disgrazia e ora solitario circense). 


 

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