Dopo il successo di Suicidio occidentale e Il lungo inverno, torna tra gli scaffali della saggistica Federico Rampini con un nuovo libro, La speranza africana, che ci guida nella riscoperta senza paraocchi del Grande Sud globale, da testimone in presa diretta, attraverso reportage di viaggio e dando voce a personaggi che fanno la storia.
Quasi un ventennio fa, l'autore fece scoprire agli italiani un’Asia nuova, in vorticoso cambiamento, con i bestseller Il secolo cinese e L’impero di Cindia. Oggi affronta con lo stesso approccio spregiudicato l'Africa, e il nostro futuro, che si giocherà in questo continente.
Perché lì si concentrerà la crescita della popolazione in questo secolo, mentre la denatalità avanza altrove. Un’altra sfida riguarderà le materie prime, in particolare materiali strategici nella transizione verso un’economia sostenibile: molti dei minerali e metalli rari indispensabili per i pannelli solari o le auto elettriche vengono estratti in Africa.
Del continente gli italiani conoscono solo una narrazione pauperistica e catastrofista. L’Africa è descritta come l’origine della "bomba migratoria", vittima di tutti gli appetiti imperialisti e neocoloniali: quelli occidentali o la nuova invasione da parte della Cina. Dagli anni Settanta, l’Occidente ha mescolato la sindrome della pietà, i complessi di colpa e una "cultura degli aiuti umanitari" destinata a creare dipendenza e corruzione.
Così, contro gli stereotipi s’impone una nuova narrazione, chiesta in primis da autorevoli personalità africane, che si riprendono il diritto di raccontare l’Africa così com’è davvero, senza piangersi addosso, ribellandosi ai luoghi comuni occidentali.
Dal 19 settembre in libreria il nuovo libro di Federico Rampini, La speranza africana, Mondadori
